Chiesa di Santa Maria Assunta
Alla fine del XV secolo il paese di Cabras incrementò il numero dei suoi abitanti, di conseguenza, fu necessario edificare una nuova Parrocchia rispondente alle esigenze sempre più numerose della comunità.
I ruderi del Castello degli Arborea, edificato da questi sulla riva orientale dello stagno di Mar'e Pontis ( le cui tracce è stato possibile individuare dietro la Chiesa di S. Maria fino a qualche anno fa ), vennero opportunamente, sebbene barbaramente, restaurati e utilizzati per la costruzione della chiesa dedicata a Santa
Maria.
Ancora oggi si crede, infatti, che, in nome della grande devozione che Eleonora d'Arborea aveva per la SS. Vergine, la regina avesse dedicato alla Madonna la Cappella del Castello, come dimostrano le frequenti invocazioni presenti nel codice de la Carta de Logu.
L'ubicazione della Chiesa corrisponderebbe a quella dove una volta sorgevano i grandi
magazzini del Castello.
Infatti, nel corso degli scavi, fatti eseguire dal Pievano Dr. E. Sanna nell'Aprile del 1908 per gettare le fondamenta della nuova facciata, alla profondità di 3 metri, distanti 5 metri l'uno dall'altro, furono rinvenuti alcuni orci molto grandi, allineati e ripieni di terra.
La parrocchia in origine aveva una sola navata con travature di legno e tegole. Intorno al 1650 venne costruita la volta a botte e quasi un secolo dopo il Marchese d'Arcais costruiva il coro, le due cappelle più grandi, dette "del Rosario" e di "Sant' Anna", innalzava una cupola di 25 metri d'altezza e attribuiva alla navata unica la perfetta e caratteristica forma a croce latina.
Chiesa di San Giovanni
Situata al centro del piccolo villaggio di San Giovanni, la chiesa sorge su un'area cimiteriale originariamente pagana e successivamente cristiana.
Orientata ad est con l'abside e costruita in blocchi di arenaria biancastra, presenta un impianto generale modesto: la pianta, di forma rettangolare, appare divisa in tre navate, coperte da volte a botte e terminate da un transetto parimenti voltato; in corrispondenza della navata centrale e dell'unica abside, compare una piccola cupola, sostenuta da grossi pilastri alveolati.
Le navate laterali comunicano con quella centrale mediante tre archi poggianti su tozzi e semplici pilastri; l'edificio è illuminato, nella navata centrale, da tre piccole aperture quadrangolari, in corrispondenza dell'abside e del transetto da bifore.
La sobria facciata è ravvivata nella parte centrale da un oculo ubicato al di sopra della porta d'ingresso.
Il nucleo centrale della chiesa, costituito dall'ambiente cupolato, fu impiantato probabilmente nel V sec. d.C.; a questo vennero aggiunte, verosimilmente attorno

al IX sec., l'abside e le tre navate coperte da volte a botte; nell'XI secolo, infine, la chiesa venne ristrutturata, inserendo elementi in stile romanico.
La Chiesa di San Salvatore
La chiesa di S. Salvatore è sorta verso la fine del XVIII sec. mentre di grande valore storico-culturale è l'ipogeo cui si accede mediante una stretta scalinata, all'interno della stessa chiesa, per pervenire in un andito con ai lati due camere rettangolari coperte con volte a botte.
Procedendo nel corridoio si entra in una rotonda coperta a cupola con pozzo di aerazione centrale. Nel pavimento c'è un pozzo le cui acque sono ritenute medicali e costituiscono il punto di partenza del culto.
Dalla rotonda si accede ad altri tre vani, uno semicircolare (nel punto dove c'è un altare) e due laterali rettangolari, al centro del pavimento è aperto un pozzo circolare con un betilo nuragico. Sulle pareti di quasi tutti i vani, numerose immagini, segni di scrittura, vere e proprie scene di soggetto diverse (navi, due leoni, diverse figure di donne) fanno capire le diverse culture che si sono succedute.
Sicuramente di origine pagana è stato usato forse come catacombe, carceri e come rifugio nei primi tempi del Cristianesimo. È forse dal IV sec. che viene adibito a culto cristiano ed è probabile che il pozzo del nucleo centrale venisse usato come battistero.
Lo stagno di Cabras
con 2.200 ettari è il tratto che più di ogni altro si identifica con tutte le manifestazioni di vita, di economia e di cultura di Cabras. Esso costituisce il 20% di tutto il territorio. Gli stagni e lagune sono paragonabili a grandi " macchine idrauliche" che regolano milioni di metri cubi di acqua dolce all'anno, le quali miscelandosi con quelle del mare attraverso i canali principali, quelli che si incontrano sulla strada che conduce a San Giovanni di Sinis, favoriscono la risalita (montata) dei pesci attraverso la peschiera di Pontis. Lo stagno di Cabras è un Sito d'lmportanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva Habitat.
Mistras
La laguna di Mistras, estesa circa 600 ettari, essendo collegata direttamente con il mare e non godendo di apporti significativi di acqua dolce come accade per lo stagno maggiore, oltre ad essere mediamente molto meno profonda, possiede acque molto più salate e non di rado sovrassalate. L'elevata salinità delle acque è il fattore limitante e consente la vita solo a specie ittiche steno-aline (poco tolleranti alle variazioni di salinità). L'effetto della maggior salinità si fa sentire sia sulla vegetazione acquatica (limitata a pochissime specie) che nella vegetazione delle praterie umide, ma questa volta, alofile perchè amanti del sale. La laguna di Mistras è un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva Habitat.
Capo San Marco
Le formazioni rocciose, con un'altezza massima di 52 mt. s.l.m. ed uno sviluppo lineare di circa 1000 mt., testimoniano le diverse fasi geologiche che hanno generato una cornice ambientale nella quale l'azione degli agenti morfogenetici, in particolare del mare, è stata, e lo sarà sempre, il vero artista di un paesaggio litoraneo tipico del Mediterraneo. Le falesie di Capo San Marco sono costituite da rocce spesso ricoperte da uno strato di suolo erodibile misto a piccoli elementi detritici calcareo-marnosi e a blocchi basaltici. In più tratti esistono rotture di pendio dovute a lembi residui di una più estesa copertura basaltica, in alcuni tratti

ricoperta da un mantello di sabbie eoliche che dal mare si estendono verso l'entroterra.
Su Tingiosu
Per un'altezza intorno ai 25 mt s.l.m. ed una lunghezza di circa 2000 mt., la falesia ai limiti dell'Area Marina Protetta, collega il Sinis di Cabras a quello di San Vero Milis. Le bianche scogliere calcaree di "Su Tingiosu", a picco sul mare, fungono da naturale belvedere verso l'antistante Isola di Mal di Ventre; si sono deposte intorno ai 10/20 milioni di anni fa e da allora l'azione degli agenti chimico-fisici della dinamica marina le ha modellate lasciando traccia soprattutto sui livelli piu teneri. Le nicchie e le fessurazioni che percorrono i lunghi tratti della scogliera sono il naturale riparo per specie vegetali ed animali piuttosto adatti alla vita della scogliera, il che rende la falesia un habitat tra i più significativi: una zona di frontiera tra il mare e la terra. Caratteristica è la presenza di alcune sorgenti d'acqua dolce di contatto che scaturiscono dalle stratificazioni rocciose a qualche metro d'altezza sul livello del mare, ed in esso si versano, lasciando sulla parete rocciosa il segno del loro percorso.